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Ma come funziona esattamente? Un partecipante a un fondo può contribuire, ad esempio, in tre modalità diverse: versando contributi personali volontari, destinando il proprio TFR, e/o con eventuali contributi a carico del datore di lavoro. Questo capitale accumulato e investito professionalmente consentirà di generare rendimenti sul capitale versato che al netto delle imposte e delle spese di gestione, costituirà la base per il calcolo della futura pensione integrativa.
Le fasi della pensione integrativa
La pensione integrativa comprende principalmente tre fasi fondamentali:
- adesione: durante questa fase, si decide di attivare una pensione integrativa. È essenziale considerare due aspetti principali durante l’adesione: la propria propensione al rischio, poiché esistono investimenti con diversi livelli di rischio, e il numero di anni rimanenti fino al pensionamento pubblico;
- contribuzione: una volta aderito ad una forma di previdenza complementare come la pensione integrativa, viene aperta una posizione individuale presso l’istituto, posizione che viene alimentata dai contributi versati nel corso del tempo e dai rendimenti generati attraverso la gestione finanziaria. È possibile contribuire anche versando il trattamento di fine rapporto (TFR), nei casi previsti dalla legge. La contribuzione individuale è flessibile, consentendo di modificare gli importi e di sospendere o riprendere i versamenti in base alle esigenze. In determinate circostanze, è possibile effettuare prelievi anticipati o riscattare una parte dei fondi;
- erogazione: quando si soddisfano i requisiti per la pensione pubblica (ossia una volta raggiunta l’età pensionabile), è possibile convertire la posizione individuale in una rendita, ovvero la pensione integrativa vera e propria. È anche possibile richiedere il pagamento di una parte dei fondi accumulati, fino a un massimo del 50%, sotto forma di capitale e in alcuni casi, per posizioni maturate non eccessivamente consistenti, è possibile ottenere la prestazione pensionistica complementare interamente in capitale.
Perché è conveniente aderire alla previdenza complementare?
La convenienza della previdenza complementare risiede sia nelle possibilità di risparmio, sia nelle forme di erogazioni scelte. Chi decide di contribuire in forme di previdenza complementare (fondi pensione e Piani Individuali Pensionistici), infatti, può dedurre un massimo di 5.164,57 euro annui dal proprio reddito imponibile risparmiando ogni anno sulla tassazione IRPEF del proprio reddito.
Una volta raggiunti i requisiti di pensionamento, infine, gli iscritti al fondo possono scegliere tipicamente tra rendita (almeno 50%) e capitale. In presenza dei requisiti previsti dalla normativa è possibile prelevare anche il 100% in forma di capitale.
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Pubblicato il 16 Ottobre 2024