Indice
- 1
- 2 L’ABC dell’inflazione: cos’è, come funziona e perché è un rischio per i propri risparmi
- 3 Facciamo un esempio.
- 4 Investire lasciando sul conto corrente, è giusto?
- 5 Non investire i propri risparmi: quali sono i rischi?
- 6 Perché investire il proprio denaro
- 7 Su cosa investire oggi? Il concetto di diversificazione
- 8 Investimento sicuro, esiste? Cos’è e come funziona
- 9 Qual è il momento giusto per investire
- 10 L’importanza della pianificazione finanziaria
- 11 Cos’è la finanza sostenibile: gli investimenti ESG
- 12 Il Greenwashing: cos’è e perché è pericoloso
- 13 Quali sono i tipi di investimento sostenibili?
- 14 Previdenza – Piani Individuali Pensionistici: cosa sono e quali vantaggi hanno
Sempre più spesso si sente parlare di “investimenti sicuri”, concetto che può portare i potenziali investitori verso direzioni sbagliate e lontane dalle proprie esigenze finanziarie. Benché fare il proprio ingresso nei mercati possa essere considerata un’azione semplice, per chi ha una corretta educazione finanziaria alle spalle, navigare tra le varie opportunità e rischi richiede una comprensione approfondita dei principi fondamentali dell’investimento.
Non esiste, infatti, una risposta univoca alla domanda “su cosa e come investire oggi, in Italia?”. Il migliore investimento è quello che parte da una serie di analisi e considerazioni. Dalla comprensione del fenomeno dell’inflazione ai concetti di diversificazione e finanza sostenibile: vediamo come investire i propri risparmi, perché è importante farlo e quali sono gli strumenti più semplici per iniziare.
L’ABC dell’inflazione: cos’è, come funziona e perché è un rischio per i propri risparmi
Concetto fondamentale quando si parla di investire i propri risparmi, l’inflazione rappresenta l’aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi nell’economia di una nazione nel tempo. Sebbene un tasso di inflazione moderato sia considerato normale e persino auspicabile per una crescita economica sostenibile, un’alta inflazione può erodere il potere d’acquisto della valuta e ridurre il valore reale dei risparmi.
Comprendere il funzionamento e le implicazioni dell’inflazione è fondamentale per tutte quelle persone che desiderano proteggere il proprio patrimonio nel lungo termine.
Facciamo un esempio.
Il gestore di un albergo dispone di una banconota del valore nominale di 100 euro per l’acquisto giornaliero del formaggio necessario per la preparazione dei pasti. Con il costo attuale di 4 euro al chilo, può permettersi l’acquisto di 25 chili di formaggio. Tuttavia, ipotizzando un aumento dell’inflazione che porti il prezzo del formaggio a 5 euro al chilo, il gestore sarà in grado di acquistarne soltanto 20 chili con la stessa banconota da 100 euro. Questa dinamica evidenzia come, a seguito dell’inflazione, il potere di acquisto della banconota diminuisca: se in precedenza il suo valore consentiva l’acquisto di 25 chili di formaggio, ora ne permette solo 20, pur mantenendo il medesimo valore nominale di 100 euro.
In altre parole, i 100 euro mantengono la loro denominazione, ma il loro potere di acquisto si riduce, evidenziando una perdita di valore a fronte dell’incremento dei prezzi.
Investire lasciando sul conto corrente, è giusto?
Mantenere una somma significativa di denaro su un conto corrente può essere sicuro, ma non è la scelta più redditizia a lungo termine e non è sicuramente tra i consigli su come investire oggi. Con i tassi di interesse sui conti correnti generalmente bassi, infatti, il proprio tesoretto non è in grado di crescere in modo significativo nel tempo e può essere eroso dall’inflazione. Pertanto, investire una parte dei risparmi in strumenti finanziari che offrono potenziali rendimenti superiori può essere una scelta più saggia per coloro che cercano di massimizzare il valore del proprio patrimonio nel tempo.
Non investire i propri risparmi: quali sono i rischi?
Spesso, si decide di non investire, conservando la propria liquidità in eccesso per diversi motivi: perché si ha bisogno di effettuare transazioni a breve termine, per scarsa tolleranza al rischio o in attesa di un momento migliore dei mercati. Quando si conserva la propria liquidità in eccesso, tuttavia, bisogna però porsi alcune domande:
- reddito: i flussi di cassa del portafoglio sono in grado di soddisfare le nostre esigenze, sia ora che, soprattutto, in futuro?
- trasferimento generazionale: il conto è sufficientemente investito in modo che la prossima generazione possa raccogliere l’aumento a lungo termine dei mercati? L’investimento garantisce un trasferimento efficiente da un punto di vista fiscale?
- inflazione: i rendimenti dei risparmi sono superiori all’aumento dei prezzi?
Non investire i propri risparmi può comportare una serie di rischi significativi, soprattutto a lungo termine. Dalla diminuzione del valore reale della somma messa da parte all’impossibilità di poter contare su un sostegno finanziario sufficiente per affrontare spese impreviste o raggiungere obiettivi come il pensionamento.
Perché investire il proprio denaro
La risposta a tutti questi scenari, dunque, arriva dagli investimenti.
Investire il proprio denaro consente non solo di farlo crescere nel tempo, superando il problema del deprezzamento della moneta dato dall’inflazione e ottenendo un rendimento che compensi il rischio assunto, ma anche di raggiungere obiettivi finanziari a lungo termine, come la pensione o l’istruzione dei figli, fornendo un flusso di reddito stabile nel tempo.
Ma su quali e con quali strumenti è meglio investire i risparmi, oggi? Gli investimenti presentano una grande opportunità, ossia quella di diversificare il proprio patrimonio distribuendo il rischio su una varietà di asset per mitigare le perdite potenziali.
Su cosa investire oggi? Il concetto di diversificazione
Una delle strategie più efficaci per mitigare il rischio degli investimenti è la diversificazione, ovvero la distribuzione del capitale su una varietà di asset finanziari. Investire i risparmi in diverse classi di attività, come azioni, obbligazioni, immobili e materie prime, può ridurre l’impatto negativo di eventi specifici su un singolo asset sul portafoglio nel suo complesso.
Investimento sicuro, esiste? Cos’è e come funziona
L’investimento sicuro è un concetto relativo che dipende dalle preferenze personali e dagli obiettivi finanziari di ciascun individuo. Mentre alcuni potrebbero considerare i titoli di Stato o i fondi comuni di investimento a basso rischio come investimenti sicuri, altri potrebbero preferire asset più volatili ma potenzialmente più redditizi, come le azioni. L’importante è comprendere i rischi associati a ciascun tipo di investimento e valutare attentamente le proprie esigenze finanziarie prima di prendere una decisione.
Ma come capire se un investimento è sicuro?
La valutazione della natura dell’investimento passa dalla considerazione di diversi fattori, tra cui il suo rendimento storico, la solidità finanziaria dell’emittente e il livello di rischio associato all’investimento stesso.
La cosa migliore, in ogni caso, è affidarsi a professionisti finanziari qualificati in grado di aiutare gli investitori a prendere decisioni informate e ridurre il rischio di perdite finanziarie.
Qual è il momento giusto per investire
Le persone con molta liquidità potrebbero chiedersi se questo sia davvero un buon momento per investire.
Sebbene il detto anglosassone “it’s not about timing the market, but about time in the market”, ci ricordi che gli investitori spesso perdono gran parte dei guadagni del mercato a lungo termine aspettando livelli di prezzo più bassi per investire, ciò non significa che tutta la liquidità in eccesso debba essere investita in una volta sola. Meglio avere una strategia d’investimento che rispetti le proprie aspettative di rendimento e tolleranza al rischio, per preservare e far crescere la propria ricchezza nel tempo.
Il momento giusto per investire, dunque, dipende dalle circostanze individuali di ciascun individuo.
I consulenti finanziari, tuttavia, consigliano di investire in modo regolare e costante nel tempo, utilizzando strategie come il dollar-cost averaging per mitigare l’impatto della volatilità di mercato sul portafoglio complessivo.
L’importanza della pianificazione finanziaria
La pianificazione finanziaria è una componente essenziale di qualsiasi strategia di investimento di successo, una pratica che consente agli investitori di prendere decisioni informate e di adattare la propria strategia in base alle mutevoli condizioni di mercato e alle esigenze personali. Questo processo implica la definizione degli obiettivi finanziari individuali, l’analisi della situazione finanziaria attuale e la progettazione di un piano dettagliato per raggiungere quegli obiettivi nel tempo.
Cos’è la finanza sostenibile: gli investimenti ESG
Accanto alle forme di investimento tradizionali, se ne aggiunge una che rientra nel concetto di “finanza sostenibile”: gli investimenti ESG, acronimo di Environmental, Social, Governance. Si tratta di investimenti che, in aggiunta ai fondamentali economici e di business, considerano fattori quali la posizione ambientale, le politiche sociali, la corporate governance e le prassi etiche di una società.
Gli investimenti ESG mirano a generare rendimenti finanziari sostenibili nel tempo mentre contribuiscono a promuovere il benessere sociale e ambientale.
Per migliorare la trasparenza nel mercato dei prodotti di investimento sostenibili, l’Unione Europea ha emanato il regolamento Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). Questo per evitare anche il fenomeno del Greenwashing.
Il Greenwashing: cos’è e perché è pericoloso
Questo neologismo nasce dall’unione tra i termini green (sostenibile) e whitewash (dissimulare). Il Greenwashing è a tutti gli effetti una pratica ingannevole, che consiste nel pubblicizzare, con strumenti di marketing, l’impegno alla sostenibilità delle imprese, con l’obiettivo di migliorarne la reputazione presso i consumatori e la posizione nel mercato.
Il principale rischio del greenwashing, nell’ottica dell’investimento, è quello di ingannare, appunto, consumatori e investitori, portandoli a compiere scelte finanziarie basate su informazioni fuorvianti.
Quali sono i tipi di investimento sostenibili?
In base al grado di importanza attribuito ai criteri ESG (Ambientali, Sociali e di Governance), gli investimenti sostenibili sono classificati in tre categorie distinte, identificate e regolamentate dai seguenti articoli del Regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation):
- articolo 6: prodotti non orientati alla sostenibilità. Questi strumenti finanziari non sono autorizzati a utilizzare i termini “ESG” o “sostenibilità” e non possono essere promossi come investimenti sostenibili;
- articolo 8 (“light green”): strumenti finanziari che incorporano elementi sociali e/o ambientali. Possono includere in parte investimenti sostenibili, ma principalmente si concentrano su altre attività finanziarie. Devono rispettare i requisiti 1 e 3 delineati nell’articolo 2.17;
- articolo 9 (“dark green”): prodotti il cui obiettivo principale è rappresentato dagli investimenti sostenibili. Devono soddisfare tutti e tre i requisiti definiti nell’articolo 2.17.
Previdenza – Piani Individuali Pensionistici: cosa sono e quali vantaggi hanno
Un’altra forma di investimento per il proprio futuro è costituita dall’adesione ad un fondo pensione, un modo per garantire il mantenimento del tenore di vita anche al termine dell’attività lavorativa.
Il passaggio del calcolo dal metodo retributivo al metodo contributivo, l’allungamento dell’aspettativa di vita e la precarietà lavorativa hanno come conseguenza delle pensioni pubbliche più basse ed è quindi necessario investire fin da subito per il futuro grazie ad un piano di previdenza integrativa individuale.
Il sistema previdenziale italiano, a seguito delle molteplici riforme succedutesi nel corso degli anni, si fonda oggi su 3 fondamentali pilastri:
- il primo pilastro è costituito dalla previdenza pubblica obbligatoria, finanziata dai lavoratori e dai datori di lavoro durante tutto il corso della vita lavorativa;
- la previdenza complementare collettiva è il secondo pilastro, che si realizza attraverso i fondi pensione di categoria, ai quali i lavoratori aderiscono in forma collettiva destinando il proprio TFR;
- la previdenza complementare individuale è il terzo pilastro, che ciascuno può realizzare discrezionalmente, ad esempio mediante i Piani Individuali Pensionistici (o PIP).
I Piani Individuali Pensionistici (PIP) (art. 13 del D.Lgs. 252/2005), rappresentano i contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale. Fra i principali vantaggi hanno:
- deducibilità fiscale dei contributi versati per se stessi o per i familiari a carico dal reddito complessivo, fino a un importo massimo di 5.164,57 euro annui;
- gestione da parte di esperti finanziari qualificati delle somme accantonate nel corso degli anni;
- flessibilità su quanto versare per costruire la propria pensione complementare, se contribuire al piano con il TFR (per i lavoratori dipendenti), sulla periodicità del versamento e sul profilo d’investimento per il capitale versato.
Pubblicato il 6 Maggio 2024