Come funziona la fiscalità nell’adesione ad un fondo pensione?

Negli ultimi tempi, oramai da qualche anno a questa parte, e come evidenziano i dati forniti dall’Istat, le pensioni pubbliche sono sempre più basse. Pare che, anche senza ulteriori tagli, questa sia la previsione anche per il prossimo futuro, che purtroppo non vedrà un’inversione di rotta.

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Ecco perché molte persone decidono di affidarsi ad un fondo pensione, con l’obiettivo di poter contare su un’entrata maggiore una volta terminata l’attività lavorativa.

Un fondo pensione, infatti, è uno strumento di risparmio a lungo termine creato per fornire una rendita aggiuntiva alla pensione pubblica obbligatoria. Funziona attraverso la raccolta di contributi versati dai lavoratori (e in alcuni casi dai datori di lavoro) durante la loro carriera lavorativa. Questi contributi vengono investiti in varie attività finanziarie con l’obiettivo di far crescere il capitale accumulato.

Qualora l’idea fosse quella di aderire ad una forma di pensione integrativa, è bene conoscere come funziona, ma soprattutto qual è la tassazione dei fondi pensione. Ecco una breve guida che ne sviscera gli aspetti più significativi.

Fondo pensione: che cos’è in breve

Prima di analizzare la tassazione della pensione complementare, è doveroso fare una premessa, spiegando, in breve, che cos’è un fondo pensione e quali sono le caratteristiche principali.

Dal punto di vista legislativo, le forme pensionistiche complementari sono realizzate tramite la creazione di fondi o patrimoni separati, che devono includere proprio il termine “fondo pensione” nel loro nome (secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 4, D.lgs. n. 252/2005). Scendendo nel dettaglio, le forme pensionistiche complementari comprendono diverse tipologie, tra cui: i fondi pensione chiusi o negoziali, quelli aperti, i contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziali e infine i fondi pensione preesistenti, ovvero quelli istituiti prima del novembre 1992.

Un’ulteriore differenza sussiste nei fondi pensione collettivi, cioè quelli promossi da enti come Regioni o casse professionali privatizzate, oppure i fondi individuali, cioè quelli ad adesione singola.

Gli aspetti positivi del fondo pensione

Oltre ai vantaggi economici della pensione integrativa, che saranno specificati nei paragrafi successivi, può essere utile sottolineare anche altri due aspetti positivi che esulano dalla tassazione.

In primis vi è la caratteristica della flessibilità, ovvero la possibilità di modificare nel corso degli anni le scelte fatte in precedenza. Inoltre, come stabilito dalla legge, ogni soggetto, entro i termini del contratto specifico, può decidere di trasferire il fondo pensionistico, solitamente una volta trascorsi i due anni dall’adesione.

In più, quanto versato e accumulato nel corso degli anni è soggetto ad una forte tutela. Questo vuol dire che il capitale versato non è pignorabile ed è insequestrabile, anche in caso di fallimento del gestore.

Non va dimenticato, inoltre, che se il titolare del fondo pensione dovesse morire prima del riscatto dello stesso, quanto accumulato nel tempo spetta agli eredi o altri beneficiari indicati dal soggetto interessato, senza alcuna imposta di successione.

Tassazione fondi pensione: i principi generali

Conoscere la fiscalità del fondo pensione è necessario per esaminare gli aspetti positivi e negativi di quella che potrebbe essere la propria pensione integrativa.

Innanzitutto va specificato che esistono delle tassazioni, e relativi vantaggi, diversi a seconda delle tre fasi individuabili per ciascun fondo pensione, ovvero: la contribuzione, la gestione e la prestazione.

Specificatamente, come funziona la detrazione fiscale del fondo pensione? Ecco la tassazione relativa ad ogni singola fase che accomuna tutte le tipologie di pensione integrativa.

Tassazione nella fase contributiva

La prima fase del fondo pensione è quella contributiva. Già dal primo anno di adesione si presenta il primo vantaggio fiscale, che continuerà poi per tutti gli anni successivi. Si tratta della possibilità di dedurre dal reddito imponibile annuo (quello su cui si calcola l’IRPEF) i contributi versati al fondo pensione fino a un massimo di 5.164,57 euro.

Un’ulteriore notizia positiva riguarda i neo-assunti dopo il 1° gennaio 2007, ai quali sarà possibile dedurre contributi per un importo superiore. In pratica, dal 6° al 25° anno di partecipazione al fondo, è possibile dedurre le somme non conteggiate nei primi 5 anni di adesione, con un tetto massimo di 7.746 euro all’anno.

Ma fattivamente, come si calcola la deducibilità del fondo pensione? Al fine di determinare l’importo interessato, si procede con il conteggio dei contributi versati, sia dal lavoratore che dall’eventuale datore di lavoro, escludendo però i versamenti del TFR.

Tassazione nella fase di gestione

Anche questa fase, quella di gestione, presenta dei vantaggi, grazie a delle aliquote ridotte. Difatti, i rendimenti maturati dal fondo pensione, non essendo soggetti all’imposta del 26% (come altre forme di risparmio finanziario) devono attenersi al 20%. Va da sé che, rispetto ad altre tipologie di investimento, l’aliquota fondo pensione è più vantaggiosa.

Tassazione nella fase di prestazione

Quando l’iscritto raggiunge l’età pensionabile, il capitale  che costituisce la pensione integrativa è soggetto ad una ritenuta d’imposta con un’aliquota iniziale del 15%. Questa aliquota, che è significativamente inferiore rispetto alla più bassa aliquota IRPEF del 23%, si riduce ulteriormente dello 0,30% per ogni anno di adesione al fondo oltre il quindicesimo, fino a raggiungere un minimo del 9%.

Perché scegliere la previdenza integrativa di Groupama Assicurazioni

Come spiegato precedentemente, oltre alla pensione obbligatoria propriamente intesa, c’è la possibilità di ampliare l’importo che si andrà a fruire in vecchiaia tramite l’adesione ad un fondo pensione. Si tratta di una scelta lungimirante, che può cambiare radicalmente la cosiddetta “terza età”, grazie ad una maggiore stabilità economica. A tal proposito, ci sono due forme di previdenza integrativa previste da Groupama Assicurazioni che permettono di avere in un prossimo futuro uno stile di vita più sereno e un tenore di vita più alto. La previdenza complementare funziona attraverso un sistema di capitalizzazione, ovvero dei versamenti ricorrenti gestiti da un fondo pensione, con il fine ultimo di creare una rendita da godere una volta raggiunti i requisiti specificati nel contratto.

Le opzioni offerte, sono altamente flessibili e personalizzabili in base alle singole esigenze.

C’è il Programma Open, che prevede tre differenti linee di investimento, con diverse forme di tutela, con garanzia o senza a seconda del comparto (obbligazionario etico, bilanciato etico e prevalentemente azionario etico).

C’è poi il Programma per te, dove i contributi accantonati nel corso degli anni, vengono gestiti da esperti finanziari qualificati. Anche in questo caso, sono previsti comparti di investimento differenti, che soddisfano qualsiasi profilo di rischio: da quello a maggiore contenuto azionario, che ben si sposa con gli interessi di chi ha di fronte un periodo medio-lungo di investimento, al profilo che risponde alle esigenze di un soggetto che è ormai prossimo alla pensione, e che presumibilmente vorrà ottenere risultati stabili nel tempo.

Pubblicato il 15 Luglio 2024

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