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È una forma di attenzione nei confronti del futuro finanziario del nucleo familiare che garantisce, a chi resta, un capitale a cui fare affidamento per qualsiasi evenienza o imprevisto.
Oltre a rappresentare un’ottima forma di investimento, negli strumenti con cui si presentano, le polizze vita godono di alcuni vantaggi fiscali che rendono la loro stipula ancora più conveniente.
Non solo fonte di garanzia per il futuro, dunque, ma anche un modo efficace per risparmiare sulle tasse da pagare a seguito della presentazione della dichiarazione dei redditi.
Come funziona il sistema delle detrazioni fiscali
Quando si parla di detrazioni, in generale, si fa riferimento al rimborso che si ottiene, post presentazione del modello Redditi o del 730 per la dichiarazione fiscale annuale, come conseguenza di alcune spese sostenute durante l’anno di riferimento della dichiarazione stessa. Quest’ultima viene effettuata da tutti i contribuenti, in forma individuale, con l’aiuto di un professionista abilitato o rivolgendosi ad un CAF, entro la fine del mese di novembre e fa riferimento agli acquisti effettuati nel corso dell’anno precedente (nel 2023 sono state dichiarate le spese del 2022).
La percentuale di deducibilità delle spese varia a seconda dell’ambito di appartenenza (sanità, immobili, ecc.) e viene comunicata periodicamente dall’Agenzia delle Entrate.
Di base, alcune detrazioni fiscali possono prevedere una franchigia, ossia un limite di spesa minimo per poter ottenere il beneficio. Ciò che, invece, accomuna tutte le spese detraibili è il tetto di spesa (importo massimo di spesa), che è sempre presente in misura percentuale differente.
Quali sono i criteri del beneficio fiscale delle polizze vita
L’elenco delle spese detraibili (riportato in forma integrale sul sito dell’Agenzia delle Entrate) prevede, oltretutto, anche la possibilità di portare in detrazione i premi assicurativi relativi alle polizze vita che riportano determinate caratteristiche.
Possono godere delle detrazioni fiscali le assicurazioni sulla vita in cui il contribuente:
- corrisponde sia al contraente che all’assicurato;
- è il contraente della polizza il cui soggetto assicurato è un familiare a carico;
- è l’assicurato della polizza il cui contraente è un familiare a carico;
- ha un familiare a carico che è sia il contraente che l’assicurato della polizza;
- ha un familiare a carico che corrisponde al contraente e un altro familiare a carico che corrisponde all’assicurato.
A differenza delle spese sanitarie, per cui è prevista una franchigia di 129,11 euro, il beneficio fiscale delle polizze vita non è vincolato ad una spesa minima, bensì solo una massima, e la percentuale di detrazione è fissata al 19%.
Detrazione fiscale su polizze vita: regole, limiti ed eccezioni
La detrazione fiscale può essere goduta solo su alcune polizze vita a seconda del periodo in cui queste sono state stipulate o rinnovate.
Per le assicurazioni il cui contratto è stato formalizzato o esteso nella sua validità entro il 31 dicembre del 2000, la detrazione è prevista per le polizze sulla vita e quelle contro gli infortuni, ma a patto che:
- il contratto abbia una durata minima di 5 anni;
- nello stesso periodo non siano stati richiesti né concessi prestiti di alcun tipo.
Possono godere dei vantaggi fiscali, inoltre, le polizze vita che, dopo il 2001, hanno ad oggetto il rischio di morte e il rischio di sviluppare un’invalidità permanente superiore al 5%.
Allo stesso modo, beneficiano dell’abbuono anche le cosiddette polizze vita miste, ma solo nella parte percentuale del premio che fa riferimento al rischio morte, e le assicurazioni per invalidità con percentuale di copertura superiore al 5%.
Beneficio fiscale delle polizze vita: i limiti di spesa
Pur non esistendo una franchigia per le polizze vita, possono essere portati in detrazione i premi assicurativi entro un certo limite di spesa e, più nello specifico:
- 530 euro (con un totale massimo detraibile, data l’aliquota al 19%, pari, quindi, a 100,70 euro);
- 750 euro per le polizze vita rischio morte che tutelano le persone con disabilità grave individuate dalla legge 104;
- 1.291,14 euro per le polizze vita che coprono il rischio di non autosufficienza allo svolgimento normale degli atti di vita quotidiana.
Per ottenere le detrazioni fiscali sui premi versati per le assicurazioni sulla vita, inoltre, è necessario che il contratto sia stato stipulato con vincolo contrattuale maggiore ai 5 anni, che siano in essere concessioni o erogazioni di prestiti e che il reddito del contribuente non superi i 120mila euro annui.
I vincoli burocratici delle detrazioni fiscali per le assicurazioni sulla vita
Così come previsto dalla legislazione, per poter usufruire dei vantaggi fiscali sulle polizze vita, il pagamento del premio assicurativo deve essere effettuato in modo tracciabile, ossia per mezzo di:
- bonifico bancario;
- bollettino postale o MAV;
- pagamento telematico tramite bancomat o carta di credito
L’uso dei contanti, dunque, non è incluso nelle modalità di pagamento valide al fine dell’ottenimento della detrazione del 19%.
Inoltre, al momento della dichiarazione dei redditi, sarà necessario allegare alla domanda di rimborso anche il contratto di assicurazione che porti evidenza dei dati del contraente e dell’assicurato ai fini di facilitare il controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Tassazione delle polizze vita: qual è il trattamento fiscale?
La tassazione relativa alla percezione del premio finale delle polizze vita cambia rispetto al modo in cui quest’ultimo viene riscattato.
Non sono previste imposte sulle polizze vita, come da decreto n. 600 del 1973 del Presidente della Repubblica, nel caso in cui il capitale venga liquidato a seguito della morte dell’assicurato. Ciò significa che la liquidazione della somma raccolta negli anni per formare il capitale dell’assicurazione sulla vita stipulata non va dichiarata in sede di presentazione del 730.
Il tesoretto ereditato dai beneficiari, per legge, risulta non solo impignorabile e non sequestrabile dai creditori, ma anche esente dal pagamento delle tasse di successione.
A differenza della liquidazione della polizza vita per decesso, per cui non esiste, come visto, tassazione alcuna, altra storia è, invece, quella che riguarda il riscatto di una polizza vita scaduta, quella, cioè, che è giunta al suo termine con l’assicurato ancora in vita.
In questo caso le imposte da pagare ammontano al 12,5% e vengono calcolate in base alla differenza tra il premio percepito e quelli pagati nel periodo di validità del contratto.
Pubblicato il 30 Novembre 2023