TFR in azienda oppure TFR Fondo Pensione: cosa conviene?

Il Trattamento di fine rapporto è un elemento retributivo che, pur maturando in ogni mese di vigenza del contratto, è liquidato solo alla cessazione del rapporto. Ogni dipendente deve scegliere dove accantonare il proprio TFR. Le opzioni sono due: lasciarlo in azienda o conferirlo in un Fondo Pensione.

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Perché mettere il TFR in un fondo pensione: i vantaggi

Conferire il TFR in un fondo pensione non comporta esborsi economici ulteriori per il lavoratore ed è conveniente per diverse ragioni, la prima delle quali è sicuramente di tipo fiscale.

Nel momento in cui il lavoratore riceve il TFR lasciato in azienda come liquidazione, al termine del rapporto di lavoro, questo viene sottoposto a tassazione separata con un’aliquota media degli ultimi cinque anni, comunque non inferiore al 23%.

Al contrario, in caso di adesione alla previdenza complementare, le somme liquidate al pensionamento, relativamente ai contributi versati dal 1° gennaio 2007, subiscono un’imposta massima del 15%, che può ridursi fino al 9% per gli aderenti che hanno totalizzato 35 anni.

Rivalutazione del TFR

Un altro aspetto importante è la rivalutazione del TFR. Le quote di TFR accantonate in azienda vengono rivalutate ad un tasso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo secondo l’ISTAT; alla cessazione del rapporto al dipendente spetta l’accantonamento annuale oltre la rivalutazione.

Mentre il TFR versato in un fondo pensione complementare viene investito nei mercati azionari e obbligazionari in base al profilo di rischio scelto dall’aderente.

Accessibilità del TFR

Infine, un ultimo e non meno importante aspetto, è una maggiore accessibilità del proprio TFR – se destinato in un Fondo Pensione – in caso di bisogno, anche prima del raggiungimento dell’età pensionabile.

Infatti, è possibile richiedere anticipazioni fin da subito per:

  • spese mediche per sé, il coniuge e i figli fino al 75%;
  • perdita dei requisiti per invalidità che riduca la capacità lavorativa a meno di 1/3 del riscatto totale;
  • cessazione dell’attività lavorativa che comporti inoccupazione, fino al 100%;
  • dopo 8 anni per acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé o per i figli fino al 75%, o per qualsiasi esigenza fino al 30%. 

Confronto TFR nel fondo pensione e TFR in azienda: il caso di Lisa

Per comprendere meglio la differenza tra i due modi di accantonamento del TFR, portiamo l’esempio di Lisa. Lisa ha 29 anni e lavora da due anni in un’impresa di telecomunicazioni, con uno stipendio lordo di 22.000 euro all’anno. Il suo TFR lordo accantonato nell’anno è pari a circa il 6,91% della retribuzione, cioè 1.520 euro annui. Stimando che Lisa possa andare in pensione all’età di 67 anni e 7 mesi ha quindi a disposizione 38 anni per accumulare il suo TFR nel fondo pensione.

Sia che venga destinato ad un fondo pensione, sia nel caso in cui Lisa decida di accantonare il TFR in azienda, il totale accantonato ammonterebbe a 69.848 euro.

Lo scenario, tuttavia, cambia se vengono presi in considerazione i rendimenti maturati e le imposte applicate sia nell’uno che nell’altro caso.

Se confrontiamo i risultati, infatti, Lisa destinando il proprio TFR nel fondo pensione risparmierebbe 10.538 euro in tasse.

Questo risparmio è tanto più grande quanto maggiore è il reddito, in quanto il risparmio fiscale sarà maggiore sui redditi più alti soggetti a tassazione progressiva con aliquote fino al 43%.

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Pubblicato il 16 Ottobre 2024

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