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È proprio per questo motivo che, da quindici anni a questa parte, si è assistito ad una crescente predilezione degli investimenti a capitale protetto e a capitale garantito. Premesso che sussiste una differenza tra i due strumenti finanziari, che sarà analizzata in un paragrafo successivo, occorre prima capire al meglio di cosa si tratta, iniziando proprio dalle definizioni, dalle caratteristiche e dai vantaggi legati al basso rischio e alla redditività del capitale investito.
Che cos’è il capitale protetto
I prodotti a capitale protetto non obbligano il gestore a restituire il capitale in ogni circostanza, e in condizioni di mercato avverse potrebbe non essere restituito. Questa è una premessa doverosa, affinché non si generi confusione per via del termine “protetto”. Solitamente, la protezione del capitale si ottiene combinando l’investimento con un sottostante, offrendo una maggiore protezione rispetto ad altri strumenti, ma meno rispetto a quelli con garanzia totale.
Quando si investe in strumenti a capitale protetto, è cruciale comprendere le condizioni specifiche che determinano la protezione del capitale e l’impegno dell’emittente a restituirlo. È importante valutare la solidità dell’emittente o del garante e la presenza di eventuali meccanismi come cap (limiti superiori) o floor (limiti inferiori) che possono attivare o disattivare la protezione.
Cosa sono i certificati a capitale protetto
Tra gli strumenti a capitale protetto rientrano alcuni certificati che permettono di riottenere il capitale a determinate scadenze, salvo specifiche condizioni che potrebbero impedirlo. Come per i prodotti a capitale garantito, la protezione si attiva solo alla scadenza del contratto. Pertanto, se si necessita di liquidità prima della scadenza, la vendita avverrà al prezzo di mercato, che può essere inferiore o superiore al prezzo di acquisto iniziale.
Rischio di fallimento dell’emittente
Come funzionano i fondi protetti in caso di fallimento dell’emittente? Questo aspetto è particolarmente importante, poiché è la caratteristica che differenzia maggiormente il capitale protetto da quello garantito. Infatti, tale protezione viene meno in caso di fallimento dell’emittente, senza prevedere alcun meccanismo di risarcimento.
Che cos’è il capitale garantito
A differenza di quanto avviene per il capitale protetto, nei fondi a capitale garantito il gestore si impegna a restituire una percentuale prestabilita dell’importo alla scadenza indicata, che può essere totale o parziale. Indipendentemente dalle circostanze, dunque, la porzione di capitale garantito deve essere restituita.
Tra gli strumenti finanziari che rispondono a queste caratteristiche ci sono le obbligazioni e le cosiddette polizze di ramo I.
Le obbligazioni
Nel caso delle obbligazioni, la garanzia del capitale si applica solo alla scadenza. Se si decide di liquidare l’investimento prima della scadenza, il prezzo di vendita sarà determinato dalle condizioni di mercato, che possono essere favorevoli o sfavorevoli. Pertanto, è essenziale monitorare attentamente le scadenze per evitare squilibri a lungo termine, che potrebbero creare problemi in caso di necessità di liquidazione anticipata. Inoltre, bisogna considerare il rischio dell’emittente: se l’emittente fallisce prima del rimborso, si attivano meccanismi di tutela per gli investitori, ma alcune obbligazioni potrebbero non essere coperte.
Polizze ramo I
Le polizze di ramo I presentano situazioni analoghe. Spesso, ci sono vincoli chiamati “tunnel di uscita”, che possono comportare costi di svincolo riducendo il capitale liquidato. Questi costi tendono a diminuire nel tempo fino ad annullarsi, ma la durata e l’entità delle riduzioni dipendono dal contratto specifico. In alcuni casi, la garanzia del capitale si attiva solo dopo un certo periodo. Passato questo periodo, le polizze di ramo I possono offrire la restituzione del capitale in qualsiasi momento, non solo alla scadenza.
L’importanza della conoscenza finanziaria
Che si tratti di un investimento a capitale garantito o protetto, è necessario prima di tutto conoscere le caratteristiche dello strumento finanziario prima di sottoscriverlo. Questo è un primo step fondamentale per comprendere eventuali limitazioni alle tutele offerte. La parola “garanzia”, per esempio, ha un significato relativo e dipende molto dalla propria posizione e dalla validità della pianificazione finanziaria rispetto alle proprie esigenze. Lo stesso vale per il significato di “capitale protetto”, che in un primo momento potrebbe essere fuorviante. Per queste ragioni, se non si conosce approfonditamente la materia, è sempre consigliabile affidarsi ad un professionista finanziario, che sappia dare tutte le informazioni e risposte adeguate ad eventuali quesiti.
Differenza tra capitale protetto e garantito
Una volta analizzate le caratteristiche di questi strumenti finanziari, potrebbe essere utile sottolineare, e sintetizzare, la differenza tra il capitale protetto e garantito.
Nel caso dei prodotti a capitale garantito, il risparmiatore opta per un investimento a rischio molto ridotto. Indipendentemente dai risultati della gestione dei titoli in portafoglio, l’emittente o la società di gestione degli investimenti garantisce, a scadenze prefissate e con propri fondi, la restituzione di una determinata percentuale del capitale investito a ciascun sottoscrittore. Questa percentuale è specificata nel prospetto informativo e indica esattamente la quota del capitale investito (ad esempio, il 100%, il 90% o l’80%) che verrà liquidata alla data di scadenza stabilita.
Nel caso dei prodotti a capitale protetto, invece, solitamente, vi è una specifica percentuale di protezione del capitale, che può essere il 90% o l’85% nella maggior parte dei casi, ed è indicato il periodo determinato durante il quale tale protezione è applicata. In questi casi si dice che il risparmiatore stia optando per un investimento a rischio “ridotto”. Tuttavia, a differenza dei prodotti a capitale garantito, non vi è la certezza che il capitale iniziale investito venga effettivamente restituito per quella percentuale al sottoscrittore. In sostanza, la protezione del capitale è un obiettivo dichiarato dal gestore ma non costituisce un vincolo – poiché in determinate condizioni di mercato, potrebbe non essere raggiunta la liquidazione della somma promessa.
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Pubblicato il 5 Agosto 2024