Come funziona il riscatto della laurea e come ottenerlo

Nel panorama socio-economico attuale, il riscatto della laurea si rivela come un’opportunità strategica per garantire una stabilità finanziaria nel lungo termine, soprattutto in vista della pensione.

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Questa forma di investimento nel proprio futuro professionale e previdenziale, resa disponibile dall’INPS e adottata da sempre più laureati, offre la possibilità di convertire gli anni dedicati agli studi in anni contributivi per il sistema pensionistico.

L’opportunità offerta dal riscatto della laurea consente infatti di integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche future. Un elemento cruciale da considerare è la possibilità di detrarre il costo del riscatto dal modello 730 al 19% o di dedurlo integralmente, a seconda delle circostanze personali.

Scopriamo meglio cos’è e come funziona il riscatto della laurea, quando questo può essere deducibile, quali sono i vantaggi e quali i costi.

Cos’è il riscatto della laurea e a cosa serve

Attraverso il meccanismo del riscatto della laurea, l’INPS mette a disposizione la possibilità di riscattare il periodo di studi universitari come anni contributivi validi ai fini pensionistici. Questa agevolazione consente di trasformare gli anni trascorsi all’università in periodi utili per il computo della propria posizione contributiva e per il calcolo di tutte le future prestazioni pensionistiche.

Ma come funziona, esattamente, il riscatto della laurea ai fini pensionistici?

Quando ci si trova di fronte alla decisione di effettuare il riscatto della laurea, è fondamentale, prima di tutto, capire qual è l’obiettivo che si desidera raggiungere. Questo perché, che si tratti di accedere in modo anticipato alla pensione o aumentare il valore dell’assegno pensionistico, non sempre entrambi i traguardi possono essere raggiunti contemporaneamente.

Chi può richiedere il riscatto della laurea?

Il riscatto della laurea è un’opportunità aperta a tutti coloro che hanno conseguito un diploma di laurea o un titolo equivalente. Per chiarire eventuali dubbi sulla possibilità di riscattare un particolare titolo, è disponibile un lungo elenco consultabile sul sito dell’INPS, il quale include praticamente tutti i percorsi di studio tranne i master. Sempre sul sito dell’INPS sarà possibile effettuare il calcolo del riscatto della laurea attraverso il simulatore messo a disposizione dall’Istituto. È importante notare che i plurilaureati hanno la possibilità di riscattare due o più diplomi di laurea.

Il periodo universitario che può essere riscattato corrisponde alla durata effettiva del corso di laurea, ad esclusione di eventuali anni fuori corso.

Oltre al conseguimento della laurea, una condizione fondamentale per poter effettuare il riscatto è che il periodo in questione non sia già coperto da contributi lavorativi. Lo scopo del riscatto della laurea è infatti quello di “colmare” eventuali lacune contributive che si sono verificate durante il periodo di studio. Se durante una o più settimane si è svolta un’attività lavorativa che ha comportato il versamento di contributi regolari, sarà possibile riscattare solo i periodi residui in cui non si è lavorato.

È importante sottolineare che il riscatto della laurea può essere richiesto sia da coloro che già lavorano, sia da chi è attualmente disoccupato e non è iscritto a nessun regime previdenziale obbligatorio, senza limiti di età.

Cosa è possibile riscattare?

Possono essere riscattati i periodi corrispondenti alla durata dei corsi universitari legali, durante i quali sono stati ottenuti uno o più titoli rilasciati da università o istituti di livello universitario.

Per quanto riguarda i periodi di studio universitario all’estero, è necessario fare riferimento al documento ufficiale in cui vengono riportati i termini per il riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore nella regione europea. Il Decreto del Presidente della Repubblica del 30 luglio 2009, n. 189, in conformità all’articolo 5 della legge sopra menzionata, regola, tra l’altro, il processo di riconoscimento dei titoli di studio e dei relativi curricula studiorum ai fini previdenziali.

I periodi di studio che possono essere riscattati includono la frequenza e la conclusione dei seguenti corsi:

  • diploma universitari (della durata non inferiore a due anni e non superiore a tre);
  • lauree (della durata non inferiore a quattro anni e non superiore a sei);
  • diploma di specializzazione, di durata superiore ai due anni, conseguiti dopo la laurea;
  • dottorati di ricerca regolati da specifiche disposizioni di legge;
  • lauree triennali, specialistici o magistrali;
  • diplomi AFAM rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.

È possibile riscattare gli anni di laurea per fini pensionistici in due modalità: il riscatto totale, che comprende l’intero periodo del corso di laurea, oppure il riscatto parziale, che riguarda singoli periodi di studio.

Cosa non si può riscattare?

Non è ammissibile il riscatto degli anni fuori corso. Rimangono esclusi dall’agevolazione anche i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria, figurativa o da riscatto, non solo presso il fondo cui è destinata la richiesta, ma anche in altri regimi previdenziali indicati dall’articolo 2, comma 1, del Decreto Legislativo 30 aprile 1997, n. 184.

Gli anni di studi universitari (o equivalenti) che non hanno portato al conseguimento del titolo non sono considerati utili ai fini del riscatto della laurea.

Quanto costa riscattare la laurea ai fini pensionistici?

Per definire quanto costa il riscatto della laurea, l’INPS individua quattro metodologie, a seconda del periodo durante il quale è stato seguito il corso di laurea oggetto della richiesta:

  • sistema di calcolo contributivo per gli anni di studio dopo il 1996: il costo è determinato in base al reddito (dei 12 mesi meno remoti) e all’aliquota contributiva personale (33% per i dipendenti, 24% per gli autonomi, ecc.), moltiplicati per il numero di anni da riscattare. Ad esempio, quanto costa riscattare 4 anni di contributi? Se un lavoratore dipendente con un reddito lordo annuo di 40.000 euro volesse riscattare 4 anni, il costo sarebbe di 40.000 x 33% x 4 = 52.800 euro;
  • sistema di calcolo retributivo per gli anni di studio prima del 1996: il costo è determinato in base alla maggiore pensione che si riceverà a seguito del riscatto di anni nel sistema retributivo. L’INPS utilizza il concetto di “riserva matematica” per calcolare quanto costa riscattare un anno di contributi prima del 1996, costo non  facilmente simulabile autonomamente da parte del lavoratore;
  • riscatto agevolato della laurea: è previsto il pagamento in quota fissa, basato esclusivamente sul numero di anni da riscattare. Questa opzione è disponibile sia per gli anni di studio successivi al 1996 che per quelli entro il 1995, ma in regime contributivo opzionale. Il costo del riscatto agevolato per il 2024 è di 6.076,95 euro;
  • riscatto in quota fissa per chi non ha iniziato l’attività contributiva: il costo è identico a quello del riscatto agevolato e si applica a coloro che ancora non hanno avviato l’attività contributiva.

Nei primi tre scenari, il lavoratore è tenuto a coprire il costo del riscatto della laurea, il quale è completamente deducibile dal proprio reddito. Lo Stato contribuisce a finanziare una percentuale variabile del costo, compresa tra il 23% e il 43%, attraverso rimborsi diretti in busta paga per i dipendenti o mediante una riduzione delle imposte per gli autonomi. Per i lavoratori autonomi che operano sotto regime forfettario, il costo rimane deducibile, ma il vantaggio fiscale è inferiore (considerata l’aliquota al 15%).

Il costo del riscatto può essere suddiviso in 120 rate mensili, corrispondenti a un periodo di 10 anni o fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici, senza l’applicazione di interessi aggiuntivi.

In aggiunta, un genitore può assumersi il costo del riscatto di laurea per un figlio a proprio carico che non ha ancora iniziato l’attività lavorativa, godendo di una detrazione fiscale del 19% sulla spesa sostenuta. Se il figlio a carico ha già versato contributi, il genitore può dedurre il costo dal proprio reddito.

Il riscatto della laurea, sia esso ordinario o agevolato, è dunque deducibile. Basta includere i costi sostenuti nel quadro E del 730, seguendo il seguente schema:

  • riga E21, per i pagamenti effettuati per se stessi;
  • riga E8/E10, codice 32, per i versamenti contributivi per il riscatto agevolato della laurea dei familiari a carico. L’importo indicato dà diritto a una detrazione del 19% sulla somma versata, senza limiti di importo;
  • riga E56, codice 1, per le spese sostenute per il riscatto agevolato della laurea di periodi non coperti da contribuzione, versate da soggetti che, al 31 dicembre 1995, non avevano ancora maturato anzianità contributiva. La detrazione spetta per il 50% della somma versata ed è ripartita in 5 rate di pari importo.

Riscatto della laurea, futuro sereno e Groupama Assicurazioni

Uscire in anticipo dal mondo del lavoro per potersi dedicare interamente ai propri hobby e alle proprie passioni è un sogno di molti. Il riscatto della laurea, grazie all’obiettivo che si pone e alla sua deducibilità, offre questa opportunità ai laureati di qualsiasi età. 

Tuttavia, riscattare la laurea non basta a garantirsi un futuro stabile e sereno. Per questo è importante affidarsi a prodotti specifici pensati proprio per assicurarsi una maggiore sicurezza finanziaria al momento del pensionamento.

Le soluzioni di previdenza integrativa offerte da Groupama Assicurazioni sono la risposta alle incertezze del futuro. Strumenti solidi che si basano su un sistema di capitalizzazione in cui, i versamenti effettuati, vengono gestiti con l’obiettivo di creare una rendita di cui godere una volta raggiunta l’età della pensione.

Pubblicato il 29 Aprile 2024

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