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Assicurarsi una vecchiaia serena è un bene che diventa quasi un imperativo, sia per la serenità del diretto interessato, sia per il suo nucleo familiare. Ecco perché sempre più persone decidono di valutare l’adesione ad un fondo pensione, uno strumento prezioso che consente di integrare quella maturata in modo ordinario, attraverso il versamento dei contributi previdenziali. Le scelte che portano a questa decisione sono varie, eppure esiste un minimo comune multiplo che accomuna molti lavoratori, come l’età media in cui si ottiene il primo impiego, che è notevolmente avanzata rispetto alle epoche passate. Un altro fattore comune è un dato prettamente statistico: l’aspettativa di vita in Italia, e non solo, si è alzata, e di molto. Questo significa che andando in pensione a 67 anni, come prevedono le attuali normative, si potranno godere circa vent’anni di serena senilità.
Ma come funzionano i fondi pensione? Ecco di seguito una semplice guida per analizzarne aspetti e benefici.
Cos’è il fondo pensione
Se l’idea è quella di poter giovare di un’entrata mensile maggiore rispetto alla tradizionale pensione, che solitamente non soddisfa il tenore di vita desiderato, optare per un fondo pensione potrebbe essere la scelta giusta. La pensione complementare, infatti, è un’entità che si aggiunge a quella tradizionale derivante dai contributi previdenziali versati durante la vita lavorativa. In molti paesi, Italia compresa, le pensioni fornite dai sistemi previdenziali pubblici possono non essere sufficienti a garantire uno stile di vita adeguato dopo i 67 anni. Pertanto, i fondi pensione sono stati introdotti per consentire ai lavoratori di integrare le loro pensioni tradizionali con risparmi e investimenti personali, al fine di garantire una maggiore sicurezza finanziaria durante la cosiddetta terza età.
Come funziona il fondo pensione
Un fondo pensione funziona come un veicolo di risparmio a lungo termine che permette ai partecipanti di accantonare risorse durante la loro vita lavorativa. Il fine ultimo, come sottolineato precedentemente, è sempre quello di garantire un reddito aggiuntivo durante la pensione. Ecco una panoramica su come funziona generalmente un fondo pensione:
- adesione e contribuzione: in primis, i lavoratori che desiderano partecipare a un fondo pensione aderiscono in modo volontario. Solitamente, sia i dipendenti che i datori di lavoro possono contribuire al fondo. I lavoratori versano regolarmente dei contributi, che vengono investiti per generare rendimenti nel tempo;
- investimenti: i fondi pensione investono i contributi dei partecipanti in una varietà di asset finanziari, come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e altri strumenti finanziari. L’obiettivo degli investimenti è quello di ottenere rendimenti che consentano di far crescere il capitale accumulato nel tempo;
- accumulo: nel corso degli anni, i contributi versati dai partecipanti e i rendimenti generati dagli investimenti si accumulano per formare un capitale pensionistico;
- pensionamento: quando un partecipante raggiunge l’età pensionabile o decide di ritirarsi dal lavoro, può richiedere il riscatto del proprio capitale accumulato sotto forma di rendita periodica o di pagamento unico, a seconda delle opzioni offerte dal fondo pensione.
Fondi aperti e chiusi: quali sono le differenze
Esistono due principali tipologie di fondi pensione, quelli aperti e quelli chiusi. Tra le due modalità sussistono delle differenze sostanziali, ovvero: i fondi pensione chiusi, detti anche “negoziali”, sono creati attraverso negoziazioni contrattuali tra lavoratori e datori di lavoro. Contrariamente ai fondi aperti, che sono accessibili a chiunque voglia integrare la propria entrata previdenziale futura, quelli negoziali sono destinati solo a specifiche categorie di lavoratori, come ad esempio: i dipendenti pubblici, i soci lavoratori di cooperative e lavoratori autonomi e liberi professionisti organizzati per aree professionali e territoriali.
Come trasferire un fondo pensione
Nel corso del tempo è possibile optare per il trasferimento del fondo pensione. La premessa è che devono esserci dei requisiti, in assenza dei quali non è fattibile compiere questa determinata azione. Dunque, come passare da un fondo pensione ad un altro? La conditio sine qua non è che siano trascorsi almeno due anni dall’adesione al fondo d’origine. In alternativa, se si tratta di un fondo negoziale, il lavoratore deve aver perso i requisiti di partecipazione al fondo, come nel caso di cambio di CCNL oppure per l’interruzione del rapporto di lavoro.
Le fasi del trasferimento del fondo pensione
Trasferire il fondo pensione è una pratica che deve seguire necessariamente una procedura specifica, che richiede tempo e attenzione per garantire che l’operazione venga completata correttamente e senza inconvenienti. Ecco una sintesi delle fasi principali:
- modulo di richiesta di trasferimento: il lavoratore interessato al trasferimento dovrà compilare e presentare un modulo di richiesta di trasferimento, fornendo la documentazione richiesta;
- verifica della regolarità: una volta presentata la documentazione, il fondo pensione di origine, indicato come fondo cedente, verifica la regolarità della richiesta e della documentazione allegata;
- richiesta di autorizzazione: se la richiesta è conforme, il fondo pensione di origine avvierà la procedura per ottenere l’autorizzazione al trasferimento nel fondo cessionario;
- tempi di trasferimento: la procedura di trasferimento può richiedere fino a sei mesi per essere completata, poiché coinvolge diversi soggetti, inclusi i due fondi pensione e il datore di lavoro.
Quanto costa trasferire un fondo pensione?
Nel caso si volesse procedere in questa direzione, ci si domanda spesso se ci siano penali o qualche altra forma di tassazione. Quanto costa trasferire un fondo pensione? La legge parla chiaro: il trasferimento è un diritto dell’aderente, e conseguentemente questa scelta non può essere ostacolata. Nello specifico, non sono previsti costi per trasferire un fondo pensione, se non delle spese irrisorie per coprire gli oneri prettamente amministrativi.
Trasferire il TFR al fondo pensione
I lavoratori dipendenti hanno la possibilità di trasferire il loro TFR, ovvero il Trattamento di fine rapporto, che costituisce una sorta di riserva finanziaria che il soggetto accumula nel corso della sua attività lavorativa. Dunque, il TFR può restare in azienda ed essere semplicemente ritirato al termine del rapporto di lavoro, oppure può essere spostato in un fondo pensione. Chi sceglie questa seconda opzione, lo fa al fine di contribuire maggiormente alla propria previdenza complementare, che potrà giovare di un capitale più cospicuo che si somma ai versamenti periodici stabiliti in precedenza. Questo si tradurrà in un futuro assegno mensile più consistente, da accompagnare a quello pensionistico pubblico.
Perché scegliere i programmi per la pensione integrativa di Groupama
Avere la possibilità di affiancare alla tradizionale previdenza obbligatoria, una pensione complementare, può apportare indiscutibili benefici per il futuro. Poter contare su un’entrata maggiore infatti, può rendere la vita più semplice, soddisfacendo un tenore di vita desiderato. Groupama Assicurazioni mette a disposizione due programmi per la pensione integrativa: la formula “open” e quella “per te”. In entrambi i casi, si tratta di forme di previdenza per l’erogazione di trattamenti pensionistici, da scegliere in base alle proprie specifiche esigenze. Il reddito aggiuntivo è generato sotto forma di rendita vitalizia, che assicura entrate continue e sicure anche dopo il pensionamento. Questo contribuisce a fornire una maggiore sicurezza finanziaria durante la fase della pensione e può integrare l’assegno pensionistico fornito dal sistema pensionistico pubblico.
Sia il Programma per Te che il Programma Open, offrono la flessibilità di scegliere quanto versare per costruire la propria pensione complementare, consentendo ai lavoratori dipendenti di contribuire anche utilizzando il TFR. Oltre a decidere la periodicità dei versamenti e il profilo di investimento che meglio si adatta alle singole disponibilità finanziarie, è possibile modificare i diversi fattori opzionati in base alle esigenze che cambiano nel tempo.
I contributi accantonati nel corso degli anni, saranno gestiti da esperti finanziari qualificati, che utilizzano diverse forme di investimento disponibili, a seconda del profilo di rischio-rendimento scelto. Una strategia di pianificazione che ripaga nel tempo, assicurando un futuro più sereno per il lavoratore prossimo alla pensione e il suo nucleo familiare.
Pubblicato il 22 Aprile 2024