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Lo scenario comune è cambiato radicalmente dopo la pandemia da Covid-19, evidenziando la necessità di avere un ambiente e delle città più in salute e a misura d’uomo. Non a caso, è stata la Legge di Bilancio del 2020 ad erogare il bonus per bici elettriche e monopattini, al fine di incentivare la mobilità alternativa.
Cos’è la mobilità alternativa o sostenibile
Muoversi per la città autonomamente, cercando di ridurre il più possibile l’impatto ambientale. La mobilità sostenibile, altresì detta “alternativa” è una delle risposte alla sfida climatica protagonista di questi ultimi tempi. Si tratta di una scelta consapevole, che parte dal cambiamento di semplici abitudini al fine di fare la propria parte nel mondo per limitare l’impronta ecologica.
Fare del bene alla Terra, riducendo l’inquinamento e il surriscaldamento globale, significa migliorare la vita dell’uomo, sia in termini di salvaguardia della salute che in termini di vivibilità delle città. Un effetto boomerang vantaggioso, in grado di apportare significativi contributi positivi alla popolazione e all’ambiente.
Quali sono le forme di mobilità sostenibile?
Muoversi liberamente e ad impatto zero, o quasi in alcuni casi, è possibile, anzi è realtà. Oggigiorno, infatti, esistono nuove diverse forme di mobilità alternativa, che si sono affiancate a quelle presenti da sempre, come le semplici camminate a piedi o le passeggiate a cavallo.
Tra le più comuni troviamo:
- bike sharing: il noleggio di biciclette per brevi spostamenti è un pilastro della mobilità alternativa urbana. Gli effetti del bike sharing sono positivi su tutti i fronti, poiché si promuove la mobilità sostenibile, si fa esercizio fisico e si riduce al contempo la congestione del traffico in città.
- car sharing: quando più persone condividono lo stesso veicolo, il numero delle auto in circolazione si abbatte. Questo servizio fa bene all’ambiente e può includere sia veicoli tradizionali sia veicoli elettrici, riducendo ancora di più l’impronta ambientale.
- micromobilità: fanno parte di questa categoria i monopattini, anche in sistema di sharing, gli hoverboard e i segway. Per brevi tragitti sono molto comodi, in quanto maneggevoli, e sostanzialmente ad impatto zero.
- mobilità dolce: spostarsi a piedi, a cavallo quando possibile, o in bicicletta, rientra nella cosiddetta “mobilità dolce”, ovvero uno strumento prezioso anti-inquinamento, sostenibile amico dello sforzo e dell’attività fisica.
- trasporto pubblico: i mezzi di trasporto pubblico sono fondamentali per la mobilità sostenibile, poiché riducono enormemente il numero di veicoli privati in circolazione. Questo fa sì che ci siano meno emissioni e una conseguente connettività urbana migliorata.
- veicoli elettrici: negli ultimi anni, le grandi città sono state invase dalle auto del futuro, ovvero quelle a batteria elettrica, che riducono le emissioni di gas serra e l’inquinamento atmosferico rispetto alle auto a combustione interna.
- veicoli a idrogeno: esistono alcuni mezzi di trasporto, come autobus e automobili, che utilizzano celle a combustibile alimentate ad idrogeno per generare energia elettrica. Questi veicoli producono solo acqua come sottoprodotto, rendendoli una soluzione futuristica e soprattutto a zero emissioni.
- veicoli ibridi: ovvero tutti quei mezzi di trasporto che combinano un motore a combustione interna con un sistema collaterale a propulsione elettrica. Questi veicoli possono funzionare sia con carburante tradizionale che con energia elettrica, riducendo in questo modo il consumo di carburante e le emissioni.
La mobilità alternativa in Italia
Nell’ottica della mobilità sostenibile, cosa accade di preciso in Italia? Non esiste un andamento generale, poiché il quadro appare piuttosto frammentato. Le differenze sostanziali si notano soprattutto tra le grandi metropoli e le province: se nel primo caso, i progetti di mobilità alternativa stanno avanzando ad un buon ritmo, nelle città più piccole e nei paesi di provincia, emerge un certo ritardo rispetto alla mobilitazione green. Al di là della coscienza ecologica, esiste una ragione politica ed amministrativa per spiegare tale divario. Quella della mobilità alternativa è una tematica sensibile ed importante, che ha fatto la sua comparsa sui tavoli istituzionali a partire dalla fine degli anni Novanta. Tuttavia, è solo dal 2017 che per le città con più di centomila abitanti è divenuto obbligatorio adottare dei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, i cosiddetti PUMS, previsti dalla legge 340 del 2000.
Si tratta di strumenti chiave per affrontare le sfide legate all’inquinamento e all’impatto ambientale, ma non solo. Attraverso i PUMS è possibile ridurre la densità del traffico in specifiche aree urbane, migliorando di conseguenza anche la vivibilità delle città.
Mobilità sostenibile e smart city
Nel XXI secolo la città non può più essere solamente un centro urbano ed economico, ma deve stare al passo con i tempi e tracciare il percorso per evolversi in una vera e propria smart city. Letteralmente traducibile in “città intelligente”, la smart city, oltre ad avere un approccio futuristico e tecnologico, mira a diventare economicamente sostenibile. Le soluzioni proposte sono digitali e puntano ad apportare numerosi benefici agli abitanti e alle imprese, attraverso reti e servizi tradizionali resi più moderni e decisamente più efficienti.
In questo quadro la sostenibilità gioca un ruolo fondamentale. La qualità della vita della popolazione è al primo posto delle priorità della smart city; conseguentemente si rivolge un’attenzione particolare e preziosa a differenti settori, come lo smaltimento migliorato dei rifiuti, l’illuminazione sostenibile degli edifici ed il loro efficientamento energetico e la mobilità alternativa.
I vantaggi della mobilità alternativa
La mobilità alternativa offre una serie di vantaggi che abbracciano diversi settori, compresi l’ambiente, la salute pubblica, l’economia e la qualità della vita delle persone. Tra gli innumerevoli benefici, per definizione, c’è sicuramente la riduzione delle emissioni inquinanti. La transizione verso veicoli a basse o zero emissioni e la promozione di modalità di trasporto sostenibili, infatti, contribuiscono a ridurre le emissioni nocive di gas inquinanti, migliorando la qualità dell’aria e contrastando il cambiamento climatico.
Al di là di questo noto e principale aspetto, i vantaggi principali possono essere sintetizzati così:
- minore dipendenza dai combustibili fossili: l’adozione di veicoli elettrici e altre forme di mobilità alternativa riduce la dipendenza dai combustibili fossili, contribuendo a garantire una maggiore sicurezza energetica e a mitigare gli impatti delle fluttuazioni dei prezzi del petrolio;
- riduzione del traffico e della congestione: la promozione di modalità di trasporto condivise, come il car sharing e il bike sharing, e l’investimento in sistemi di trasporto pubblico efficienti possono contribuire a ridurre il traffico e la congestione stradale nelle città, migliorando la fluidità del traffico;
- salute pubblica: una mobilità sostenibile riduce l’esposizione a inquinanti atmosferici e può incoraggiare uno stile di vita più attivo, migliorando la salute generale della popolazione;
- risparmio energetico: veicoli più efficienti dal punto di vista energetico e soluzioni di mobilità condivisa possono contribuire a un uso più sostenibile delle risorse energetiche, riducendo l’impatto ambientale complessivo dei trasporti;
- riduzione dei costi sanitari: in ottica futura, come fosse un vero e proprio progetto a lungo termine, la riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle malattie correlate al traffico può portare a una diminuzione dei costi sanitari associati a problemi respiratori e cardiovascolari;
- benefici per l’ambiente urbano: la promozione di spazi pedonali, zone verdi e infrastrutture sostenibili nelle città migliora l’aspetto ambientale urbano, rendendolo più piacevole per i residenti e i visitatori.
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Pubblicato il 8 Gennaio 2024