TFM: SIGNIFICATO, COME FUNZIONA E QUANDO VIENE TASSATO

Strumento di tutela per gli amministratori e fonte di risparmio per le aziende, il TFM o Trattamento di Fine Mandato è, a tutti gli effetti, una buonuscita dedicata alle figure societarie manageriali, alla stregua del TFR per i lavoratori dipendenti, che segue una serie di regole relative alla tassazione e alla posizione contributiva del beneficiario. 

Parte integrante della pianificazione finanziaria aziendale, rappresenta una voce di bilancio importante che, se trascurata o gestita in modo scorretto, finisce per tradursi in una perdita contingente a cui far fronte a livello di impresa. Per questo motivo, l’amministrazione del TFM va affidata a professionisti del settore assicurativo, come gli agenti del team di Groupama Assicurazioni, tramite l’apertura di una specifica polizza assicurativa che prenda in considerazione le esigenze non solo del contraente (ovvero l’azienda) ma anche quelle della persona che ne beneficerà.   

Cos’è il Trattamento di Fine Mandato  

Definito in gergo legale “negozio giuridico”, il TFM (Trattamento di Fine Mandato) è un tipo di compenso aggiuntivo (o differito) che viene erogato agli amministratori delle aziende una volta terminato, appunto, il loro mandato.   

Ma come funziona, effettivamente, il TFM?  

All’atto della nomina di un nuovo amministratore, oltre a individuare l’ammontare del compenso mensile, l’azienda, rappresentata in questo caso dall’assemblea dei soci, stabilisce congiuntamente con il dirigente un ulteriore riconoscimento economico da elargire una volta raggiunto il termine dell’incarico.  

Mentre per ciò che riguarda il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) – di cui condivide la filosofia che ne condiziona i presupposti – sono previste una serie di normative racchiuse nel Codice civile, che ne legittimano e ne regolano l’erogazione, il calcolo e l’accantonamento, il TFM non presenta confini legali ben delineati, riassumendo il proprio significato e le sue (poche) direttive in due articoli del Cc.: quello che disciplina il trattamento di fine rapporto (art. 2120) e quello riguardante l’assemblea ordinaria nelle società prive di consiglio di sorveglianza (art. 2364). È proprio da quest’ultimo articolo che il TFM ne deduce il suo vincolo principale: il compenso degli amministratori deve essere stabilito dall’assemblea ordinaria, qualora non se ne trovi indicazione all’interno dello statuto societario, tramite la registrazione di un atto con data certa antecedente l’inizio del rapporto tra le parti.  

Come si calcola il Trattamento di Fine Mandato?  

Non essendo regolamentato da alcuna norma, l’ammontare della somma da riconoscere agli amministratori sotto forma di Trattamento di Fine Mandato viene calcolata in base a fattori quali:  

  • il volume d’affari dell’azienda;  
  • la grandezza dell’azienda e la sua relativa complessità strutturale;  
  • la realtà economica in cui opera;  
  • il salario medio degli amministratori;  

e comunque rifacendosi al principio di ragionevolezza.  

Se è vero che non esistono limiti imposti dalla legge in termini di premio minimo o massimo erogabile, è consigliabile risolvere la contrattazione a seguito dell’individuazione di un importo corrispondente al 20% o 30% massimo dello stipendio annuale dirigenziale stabilito in sede di assunzione. Questo permetterà, ad entrambe le parti, di poter godere di una serie di vantaggi fiscali relativi alla tassazione del Trattamento di Fine Mandato.  

H2 Come funziona il principio di tassazione del Trattamento di Fine Mandato?  
Perché il TFM risulti conveniente sia per l’azienda che per gli amministratori è necessario che la sua definizione venga certificata mediante un atto che presenti data certa e che preceda l’inizio del mandato.  

Per questo motivo, l’atto dovrà rispondere ad almeno uno di questi requisiti:  

  • essere stato sottoposto ad autenticazione da parte di un notaio;  
  • essere stato inviato per mezzo di posta elettronica certificata (PEC);  
  • essere stato inviato per mezzo raccomandata A/R;  
  • presentare l’applicazione di una marca da bollo comprensiva di data di emissione.  

Solo in presenza di una di queste condizioni entrambe le parti potranno godere dei vantaggi previsti dal fisco.  

I vantaggi del TFM per l’azienda  

Dalla determinazione del TFM l’azienda riceve un benefit che si traduce in termini di deducibilità. Se l’assemblea dei soci ha provveduto a registrare con data certa l’atto di individuazione del compenso, ovvero se questo era già presente all’interno dello Statuto, l’impresa può dedurre il 100% della somma erogata mensilmente (e per tutto il periodo del mandato) riportante la voce “Trattamento di Fine Mandato”, così come avviene per il TFR per i lavoratori. In questo caso, il pagamento del contributo da versare in forma previdenziale viene rimandato una volta terminato l’accantonamento.  

Se, invece, manca il requisito di data certa, il TFM segue la tassazione del principio di cassa, per cui diventa deducibile, in forma totale, solo raggiunto il termine del mandato ed erogato il TFM.  

I vantaggi del TFM per gli amministratori  

In presenza di atto recante data certa, gli amministratori, qualora lo vogliano, possono godere della tassazione separata per la riscossione del TFM. Ciò significa che il Trattamento di Fine Mandato non si accumula alla somma incassata nell’anno in cui viene riscosso, ma la sua aliquota viene calcolata prendendo in considerazione il reddito medio degli ultimi due anni di prestazione del servizio.  

Se, tuttavia, il requisito di data certa viene a mancare, la tassazione del TFM diventa ordinaria, seguendo le regole del caso.  

L’accantonamento del TFM tramite polizza assicurativa  

Dal momento che il TFM rappresenta una voce di costo del bilancio aziendale, ossia una forma di debito nei confronti degli amministratori, il suo accantonamento può giocare un ruolo chiave all’interno del futuro finanziario dell’impresa.  

Questo si traduce nella necessità di scegliere uno strumento assicurativo che tenga conto di tutta una serie di esigenze e fattori societari, come il volume di rischio sostenibile dall’azienda.    

La polizza per il TFM dovrà, inoltre, garantire la copertura finanziaria della somma da liquidare. Perché questo avvenga, l’impresa dovrà prendere in considerazione investimenti con rischi più aggressivi in modo da utilizzare il rendimento per la copertura dei contributi previsti dalla tassazione separata.  

La polizza, con durata, solitamente, tra i 5 e i 10 anni, può vedere come beneficiario l’azienda o l’amministratore. In ogni caso sarà la prima a fare richiesta di riscatto, a trattenere la ritenuta d’acconto del 20% dovuta a titolo di imposta e a liquidare il dirigente.  

Liquidazione del TFM sul fondo pensione  

Qualora l’amministratore fosse in possesso di un fondo pensione potrà scegliere di ricevere il TFM su quest’ultimo. Se la polizza assicurativa di previdenza integrativa è stata istituita con lo scopo di ricevere il TFM allora la tassazione rispecchierà i criteri precedentemente elencati; se, invece, si tratta di un fondo pensione preesistente allora il compenso rientra tra i “conferimenti aggiuntivi” e, pertanto, deducibile secondo quanto previsto dalla normativa.  

Il TFM può essere liquidato in anticipo?  

Così come previsto per il TFR e per fondi pensione come i Piani Individuali Pensionistici, qualora l’amministratore ne facesse richiesta il TFM può essere liquidato in anticipo (anche in parte) rispetto al termine del rapporto di lavoro, a patto che la domanda venga corredata da una delle seguenti giustificazioni:  

  • acquisto o ristrutturazione della prima casa;  
  • copertura delle spese sanitarie impreviste;  
  • fruizione di congedi parentali.  

La decisione, tuttavia, resta in capo ad azienda e amministratore, trattandosi, il Trattamento di Fine Mandato, di un negozio giuridico esente da normativa.  

Pubblicato il 9 Gennaio 2024

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